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03 Giu
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Intervista all'autore - Giada Bianco

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nata e cresciuta a Como, mia madre è Lombarda e mio padre Veneto. Fin da piccola ho sempre tenuto a precisare ciò, perché per me le mie radici venete sono molto importanti. Sono cresciuta a stretto contatto con i nonni materni, perché sia mamma sia papà lavoravano. Conservo meravigliosi ricordi della mia infanzia, con i miei nonni, con mia zia e con i miei genitori ero una bambina allegra e spensierata, anche se a tratti abbastanza solitaria. A tredici anni mio padre e mia madre si sono separati ed io ho deciso di rimanere con papà. In prima superiore nel 2006 ho conosciuto Ivan, grazie a papà, e dopo un lungo periodo di lontananza, ora sono quattro anni che viviamo insieme e da un anno che abbiamo un bimbo che si chiama Brian. È da quattro anni, che ho lascito il mio bel lago di Como, per un piccolo paesino della Calabria, Caccuri che è in provincia di Crotone, famoso per il castello e anche per il premio letterario che si svolge ogni anno.




2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Penso che ognuno dovrebbe leggere quello che più gli piace, che sia un romanzo d'amore, d'avventura, di fantasia, di paura, di una storia vera o inventata. Credo che i libri fantasy siano un modo per evadere spesso dalla triste realtà e dai problemi che l'adolescenza porta con sé.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Io personalmente non ci tengo a leggere un libro sull'e-book, perché perde tutto il fascino. Il fruscio delle pagine con il loro profumo di carta stampata, lo scorrere lento da una pagina all'altra, lo trovo molto poetico e rilassante. Poi oggi giorno, la tecnologia è al centro delle nostre giornate, siamo già tutti fin troppo rimbambiti, da cellulari, internet, computer e social e un buon libro cartaceo non può essere paragonato all'e-book.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Sicuramente la mia passione per lo scrivere è stata un colpo di fulmine. Ricordo anche il giorno in qui questo colpo di fulmine mi ha attraversato l'anima. Ero piccola, potevo avere sì o no otto anni e stavo andando a Legnago (in provincia di Verona) con mamma e papà. C'eravamo svegliati molto presto quella mattina per arrivare prima, e mi ricordo che mentre percorrevamo l'autostrada stava nascendo una bellissima alba. L'alba di quella mattina, me la ricordo ancora adesso, era meravigliosa e maestosa, mi ha colpito talmente tanto che sentì nascere in me il desiderio di descriverla. Presi un diario che mi avevano regalato da poco, e dedicai una poesia a quell'alba e dopo quella splendida alba, inizia a scrivere poesie per qualsiasi cosa mi colpisse o mi affascinava. Un giorno invece iniziai a scrivere brevi racconti, che man mano si facevano sempre più lunghi, fino a che nacque il mio desiderio di scrivere un libro.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Questo libro, è stato ideato e poi nato in un periodo in qui stavo scrivendo un altro libro, e stavo facendo varie ricerche sulle creature mitologiche e subito la fenice mi affascinò molto come creatura mitologica. Poi un giorno, mia padre trovò un uccellino caduto dentro alla caldaia, lo salvò e l'uccellino era molto piccolo e spelacchiato, subito mi affezionai. Lo curai e gli davo da mangiare, con la siringa, solo con me mangia e solo me voleva stare e gli insegnai a volare. Questo breve periodo della mia vita con quel piccolo uccellino, mi diede una profonda ispirazione per un libro, e ovviamente non poteva essere che una fenice.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Sicuramente un messaggio di speranza, che poi è ciò che scopre la fenice anche se è sempre stato dentro di lei. Non bisogna mai abbandonare e smettere di lottare per ciò che si crede e per ciò che si ama. È proprio la speranza che ci salva ogni volta che tutto sembra perso e finito. Poi proprio come accade del romanzo a Volavola, la vita è la più bella avventura da vivere, perchè non sai mai dove ti porterà il destino e sicuramente in questa avventura c’è sempre qualcosa o qualcuno che la rende meravigliosa e completa.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Come già detto prima, è nata fin da piccola e da allora è sempre stato il mio grande sogno nel cassetto, insieme a tante idee e ricerche per altri libri. Per me è un modo di evadere, dove quello che ho davanti e intorno a me si trasforma e prende un altra forma e colore, e davanti i miei occhi compare la storia come un film, e io non posso fare altro che raccontarla. Una delle cose che mi piace di più è scrivere perchè ti permette di vivere, mille e più vite attraverso i vari personaggi. Scrivendo puoi essere tutto ciò che vuoi e tutto ciò che desideri segretamente dentro di te.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Il libro è nato pochi giorni prima che mi trasferissi in Calabria. E qui ho trovato la pace e tante altre ispirazioni che mi servivano per scriverlo, ma soprattutto l'amore del mio compagno e la sua determinazione di chi a ha sempre creduto in me, che mi ha sempre aiutato in ogni piccola o grande scelta, e che a reso possibile che questo sogno di avverasse.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Sempre. Spesso, fin da quando molto tempo fa mi saltò per la testa l'idea di scrivere un libro, lo ideavo lo iniziavo ma poi per una serie di cose, come sconforto, fragilità, incertezze, paure... mi hanno sempre portato a non terminarli o a cancellarli. Il mio libro "Il destino della fenice", per me già essere riuscita a finirlo, era già una grande vittoria personale. Per molto tempo è stato archiviato tra i vari file del mio pc e credevo che questo sogno era stato abbandonato dalla mia testa e da mio cuore, a seguito di una serie di eventi. Però poi un giorno grazie a mio figlio è rinato, ancora più determinato di prima.



10. Il suo autore del passato preferito?

Sicuramente senza ombra di dubbio il grande J.R.R. Tolkien, è grazie hai suoi racconti, tra qui il suo famosissimo romanzo "Il signore degli anelli". Ho deciso di scrivere racconti di fantasia come lui, di racconti di altri luoghi e mondi lontani dai nostri, che vivono solo nella fantasia, ma sempre con legami terreni, come le varie credenze delle diverse civiltà.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo che sia una buona idea, perché a molte persone annoia leggere, però magari gli piace sentire storie e racconti. Anche se penso, che con audiolibro non potrà mai essere come il libro cartaceo.

 

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Venerdì, 03 Giugno 2016 | di @BookSprint Edizioni

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